Abusi sulle coste Campania

Abusi sulle coste, Campania al primo posto. Legambiente lancia l’allarme

Le coste italiane sono sempre più esposte all’assalto del cemento illegale e degli abusi edilizi, con un aumento complessivo dell’illegalità rispetto all’anno precedente. Nel 2024, i reati accertati lungo i litorali hanno superato quota diecimila, registrando un incremento dell’0,7 per cento sul 2023. La Campania si distingue in negativo, risultando la regione con il maggior numero di violazioni: 1.840 reati, pari al 17,8 per cento del totale nazionale. L’impatto si estende alle province più sensibili, come Napoli e Salerno, dove il fenomeno appare in crescita. Legambiente, attraverso il report Mare Monstrum 2025, solleva l’allarme e sollecita misure urgenti per arrestare una spirale che rischia di compromettere paesaggi, biodiversità e legalità nei territori costieri.

Dati e dinamiche regionali

Le cifre presentate da Legambiente delineano un quadro allarmante. Nel 2024 sono stati registrati 10.332 reati lungo le coste italiane, frutto di controlli intensificati da parte delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto. In media, si tratta di 28 violazioni al giorno. Buona parte di queste infrazioni rientra nella filiera del cemento illegale, che comprende abusi edilizi come costruzioni in area demaniale, cave abusive, occupazioni non autorizzate di spiagge e irregolarità negli appalti pubblici.

La Campania mantiene il primato negativo con 1.840 infrazioni: tra queste spiccano per numero Napoli e Salerno, rispettivamente prima e seconda a livello provinciale. A livello nazionale la provincia di Napoli registra un aumento del 39,1 per cento su base annua, mentre Salerno fa registrare un’impennata dell’86,7 per cento.

Segue la Puglia con 1.219 reati, la Sicilia con 1.180, la Toscana con 946 e la Calabria con 869. Queste prime cinque regioni rappresentano ben oltre la metà dei reati accertati lungo le coste, molte delle quali in aree considerate ad alto rischio ambientale o paesaggistico.

Conseguenze ambientali e sociali

L’espansione incontrollata del cemento sulle coste comporta gravi conseguenze per l’equilibrio ambientale e la fruizione pubblica. Le costruzioni abusive spesso violano normative paesaggistiche, danneggiano aree protette, limitano l’accesso alla spiaggia e alterano i processi geomorfologici naturali, aumentando rischio di erosione e inondazioni. Le cave abusive, in particolare, contribuiscono a degradare habitat costieri tra i più delicati.

Queste attività illecite viaggiano spesso in sinergia con le organizzazioni criminali radicate, che sfruttano la zona costiera per arricchimenti illeciti, approfittando di ritardi e inefficienze nei controlli e nei procedimenti giudiziari. Il risultato è un peggioramento della vivibilità e della reputazione dei luoghi, con contrazioni in settori economici come il turismo, che risulta penalizzato da paesaggi deturpati.

Sul piano sociale le ricadute sono altrettanto significative. I cittadini delle aree colpite soffrono l’impossibilità di usufruire della spiaggia, mentre le amministrazioni locali, spesso sotto organico, faticano a far rispettare le ordinanze di demolizione.

Azioni di contrasto e misure proposte

Il dossier Mare Monstrum 2025 non si limita ai numeri, ma propone anche interventi mirati. Vi sono richieste di accelerare le demolizioni degli edifici abusivi, di potenziare i controlli nei demani marittimi, di rafforzare il coordinamento tra autorità locali, regioni e Stato. Si sottolinea la necessità di finanziare le Procure e le Prefetture affinché le sentenze non restino di carta ma diventino azioni concrete.

Un altro punto qualificante riguarda l’introduzione di un sistema di incentivi per i Comuni che attivano demolizioni, controbilanciato da penalizzazioni per chi accumula immobili abusivi. Analogamente, Legambiente auspica lo sviluppo di politiche che favoriscano la rigenerazione urbana e il turismo sostenibile, invertendo la logica del consumo del suolo con pratiche più rispettose dell’ambiente.

Infine, l’organizzazione delle campagne Goletta Verde e Goletta dei Laghi rafforza la pressione civile, informando i cittadini e monitorando in modo capillare le coste. Grazie a queste iniziative Legambiente mira non solo a denunciare nuovi abusi, ma anche a sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sull’importanza della tutela del demanio marittimo.

Prospettive per il futuro

Il bilancio del 2024 mette in evidenza una crescita significativa dei reati ambientali. Le infrazioni amministrative, salite a quasi 28.000 (+85,6%), evidenziano una maggiore capacità di intercettare abusivismi minori, sebbene le denunce e gli arresti siano in calo. Tuttavia, restano punti critici legati alla lentezza delle demolizioni e alle ridotte risorse per il contrasto.

Per il futuro Legambiente sostiene la creazione di un Piano nazionale per la sicurezza delle coste, con stanziamenti dedicati per il personale e le tecnologie di monitoraggio, e una cabina di regia statale con l’obiettivo di elevare le performance dei Comuni costieri. La transizione verso un turismo sostenibile e la valorizzazione della biodiversità lungo le zone litoranee costituiscono, secondo l’associazione, una strategia fondamentale per arginare il cemento illegale.

Un cambiamento culturalmente strutturale richiederà tempo, ma servirà anche una mobilitazione diffusa, che coinvolga non solo le istituzioni ma anche i cittadini. Il recupero della legalità sull’uso del suolo marino e costiero è il primo passo per restituire un valore sociale, ambientale ed economico alle tante comunità che vivono sul mare.

 

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