allarme lumache killer

Allarme “lumache killer”: parassita letale per i cani e pericoloso anche per l’uomo

Negli ultimi giorni si è intensificato l’allarme sanitario a causa della rapida diffusione di un pericoloso parassita, noto come “lumaca killer”. Il patogeno, Angiostrongylus cantonensis, detto anche verme polmonare del ratto, è veicolato da lumache, limacce e, indirettamente, da ratti. In particolare, si è registrato un significativo aumento di casi tra i cani, con oltre novanta animali contagiati negli ultimi cinque anni e sintomi neurologici gravi. Sebbene il contagio nell’uomo sia raro, gli esperti avvertono che può provocare una forma grave di meningite. Ecco dove colpiscono maggiormente le lumache killer.

Angiostrongylus cantonensis: origine e diffusione

Angiostrongylus cantonensis è un nematode parassita originario del Sud-Est asiatico, noto per il suo ciclo vitale che coinvolge ratti come ospiti definitivi e lumache o limacce come ospiti intermedi. Il verme è giunto in Australia nel secondo dopoguerra e si è stabilizzato in diverse aree, grazie anche a fattori ambientali che hanno favorito la proliferazione dei gasteropodi.

Le larve, espulse dalle feci dei ratti, infettano le lumache e limacce, che a loro volta, se ingerite per errore o casualmente da cani e umani, trasmettono il parassita. In Australia orientale, il fenomeno si è intensificato in particolare dopo piogge abbondanti legate al fenomeno La Niña, che hanno aumentato la presenza dei molluschi e quindi il rischio di contagio.

I dati dell’Università di Sydney mostrano almeno 93 casi confermati di infezione in cani tra il 2020 e il 2024, un numero che gli esperti definiscono “solamente la punta dell’iceberg”, suggerendo che molti casi restano sotto diagnosticati. Il picco osservato nel 2022, con 32 animali colpiti, è direttamente collegato a periodi di pioggia intensa.

I rischi per i cani: sintomi e conseguenze

Nei cani, l’infezione da Angiostrongylus cantonensis provoca una malattia neurologica grave, chiamata angiostrongiliasi neurale. I primi sintomi includono debolezza, tremori, paralisi posteriore e perdita di controllo della vescica. Nei casi più seri, gli animali possono paralizzarsi completamente e, se non trattati tempestivamente, possono morire o riportare danni permanenti.

L’incubazione del morbo è rapida. L’insorgenza dei sintomi avviene generalmente da una a tre settimane dopo l’ingestione del mollusco infetto. Un dato significativo è che la risposta infiammatoria nel sistema nervoso centrale è causata non tanto dal verme in sé, ma dall’azione del sistema immunitario che cerca di neutralizzarlo, spesso con esiti devastanti.

In mancanza di un intervento veterinario tempestivo, la prognosi è spesso riservata. I cani che sopravvivono possono riportare grave disabilità motoria permanente, mentre quelli colpiti in forme acute rischiano l’eutanasia per sofferenze irrisolvibili.

Rischi per l’uomo e quadro clinico

L’infezione umana da verme polmonare del ratto è considerata rara, ma non può essere ignorata. I casi riportati in Australia tra il 1971 e il 2018 sono circa ventotto, inclusa una tragica storia come quella del giovane Sam Ballard, che morì otto anni dopo l’infezione a seguito di una sfida goliardica che consisteva nel mangiare una lumaca cruda.

Nell’uomo, la malattia si manifesta come una meningite eosinofila, che può provocare mal di testa intenso, rigidità cervicale, febbre, nausea, vomito e persino paralisi. Sebbene la maggior parte dei pazienti guarisca, alcuni possono sviluppare danni neurologici permanenti o, in casi estremi, anche la meningite può rivelarsi fatale.

L’infezione avviene anch’essa tramite ingestione accidentale di lumache, limacce o alimenti contaminati da muco infetto. Le autorità sanitarie sottolineano che il contagio da persona a persona non è possibile, ma la minaccia emerge a causa della globalizzazione, della diffusione di specie invasive e dei cambiamenti climatici.

Misure di prevenzione per cani e persone

Vista la gravità potenziale della patologia, la prevenzione risulta fondamentale. Per quanto riguarda gli animali domestici, si consiglia di evitare che cani e gatti ingeriscano lumache o limacce, soprattutto dopo le piogge. In aree verdi, è utile rimuovere i molluschi dal prato e controllare attentamente i giardini.

Per l’igiene domestica, si raccomanda di lavare accuratamente frutta e verdura crude, utilizzando guanti da giardinaggio quando si opera in aree molto umide o dove sono presenti lumache. Queste precauzioni sono semplici ma essenziali per ridurre il rischio di ingestione accidentale delle larve parassitarie.

L’allarme “lumache killer” legato ad Angiostrongylus cantonensis rappresenta un rischio concreto per i cani in Australia orientale, e un potenziale problema di sanità pubblica anche per l’uomo. La combinazione di fattori climatici, urbanizzazione e globalizzazione suggerisce che questa minaccia non rimarrà confinata. Proteggere gli animali domestici, adottare buone pratiche igieniche e attivare sistemi di sorveglianza efficace sono passi essenziali per limitare la diffusione e prevenire conseguenze gravi. Di fronte a questo parassita silenzioso, la cautela informata resta la miglior alleata.

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