Autostrade, i pedaggi più costosi

Autostrade, i pedaggi più costosi d’Italia e d’Europa: la classifica aggiornata 2025

Il costo dei pedaggi autostradali è un tema di crescente interesse per automobilisti ed economisti, soprattutto in vista delle vacanze estive e dei frequenti spostamenti tra regioni. Nel 2025, l’Europa vede aumenti significativi in diverse tratte, in particolare in Italia, dove le tariffe sono tra le più elevate del continente. In questo approfondimento esamineremo i pedaggi italiani più cari, il confronto con le tratte europee, le ragioni dietro questi costi e le implicazioni per i viaggiatori.

Pedaggi record in Italia: aumenti e tratte più onerose

In Italia, la rete gestita da Autostrade per l’Italia (Aspi) ha registrato un aumento medio dell’1,8% all’inizio del 2025, in linea con il tasso di inflazione previsto, interessando tratte chiave come l’A1 Milano‑Napoli e l’A14 Bologna‑Taranto. Anche la Salerno‑Pompei‑Napoli ha subito un aumento del pedaggio pari all’1,677%.

Questo adeguamento, pur contenuto, impatta notevolmente sul bilancio dei viaggi lunghi, considerando che la rete Aspi copre circa 2 800 km, ovvero la metà dell’intera rete nazionale. Il costo per percorrere 100 km su tratte gestite da Aspi si attesta intorno agli 8 € mentre su percorsi come l’Autostrada del Brennero il costo sale a 8,6 € per la stessa distanza.

Alcune concessioni ex zona lombarda – per esempio Milano‑Serravalle o Milano‑Laghi – presentano tariffe analoghe. In confronto, i pedaggi medi di altre tratte italiane si attestano intorno ai 7 € ogni 100 km. Tratte regionali costose come la A5 (Valle d’Aosta) rappresentano un caso peculiare: il costo per chilometro è tra i più elevati in Italia, giustificato dai costi di gestione legati a infrastrutture complesse come tunnel alpini e sistemi antighiaccio. Anche tratte di montagna e vie di collegamento internazionali mantengono pedaggi elevati, a causa della manutenzione e della bassa densità di traffico.

In Europa: confronto con gli altri Paesi

Guardando all’Europa, la Francia guida la classifica dei pedaggi più onerosi, inclusi sia tunnel sia autostrade. Il caso più emblematico è l’Eurotunnel che collega Calais e Folkestone, con un costo di 72 € per auto per tratta. Segue la tratta autostradale Parigi‑Marsiglia (A6/A7) con un pedaggio di circa 68,90 €, e ancora Milano‑Bari in Italia con 68,30 €.

Anche l’Italia è menzionata nella top 10 europea con altre tratte gravate da pedaggi elevati, come l’A1 Milano‑Roma (44,40 €). In Europa, oltre a Francia e Italia, figurano anche infrastrutture come il Traforo del Monte Bianco e del Fréjus con pedaggi di circa 55,80 €. Inoltre, il ponte Øresundsbron, che collega Danimarca e Svezia, costa 54 €.

Al contrario, nelle classifiche delle tratte più economiche figurano ponti e tunnel dal costo simbolico: nel Regno Unito, il ponte di Warburton costa appena 0,14 € e la Bosnia‑Erzegovina registra circa 0,61 € per tratte simili.

Motivazioni economiche e infrastrutturali

Le ragioni che determinano pedaggi più alti in alcune regioni derivano da molteplici fattori. In primo luogo, le tratte che attraversano aree montane o comprendono infrastrutture complesse, come gallerie o ponti sospesi, implicano costi di costruzione e manutenzione considerevoli. Ad esempio, la Valle d’Aosta e Francia settentrionale richiedono continui interventi per garantire sicurezza e operatività in condizioni climatiche estreme.

Le concessioni autostradali, in particolare in Italia, prevedono un recupero degli investimenti attraverso pedaggi proporzionati alla lunghezza e alla tipologia del tratto. L’aumento del 1,8% sulle tratte gestite da Aspi segue proprio la logica di aggiornamento inflazionistico per mantenere equilibrio tra costi e servizi.

In Francia, il modello include anche costi per uso intensivo di infrastrutture private e finanziamenti pubblici: per questo molte autostrade e tunnel hanno pedaggi elevati. Nell’Eurotunnel l’investimento tecnologico e organizzativo si riflette direttamente nei prezzi per gli utenti.

Impatti sui consumatori e scenari futuri

Il peso dei pedaggi grava significativamente sul costo totale del viaggio, soprattutto per chi percorre lunghe distanze o utilizza costantemente strade a pagamento. Molti automobilisti italiani lamentano che l’abbinamento tra gasolio, pedaggi e manutenzione renda il trasporto privato sempre più oneroso. Dal punto di vista economico, anche spostamenti brevi nelle stagioni turistiche possono diventare insostenibili senza adeguate pianificazioni.

Le previsioni per il futuro indicano che i pedaggi in Italia potrebbero aumentare ancora, in linea con l’inflazione e l’aggiornamento dei piani finanziari delle concessionarie. A livello europeo, la richiesta di infrastrutture sostenibili spinge verso modelli di pedaggio elettronico e tariffe differenziate in base alle emissioni, come avviene in altri Paesi.

Gli utenti stanno reagendo con una maggiore attenzione alle tratte alternative non a pedaggio e al car pooling, ma anche mediante richieste di trasparenza e controlli. L’equilibrio sarà determinato dalla capacità dei governi di investire in infrastrutture pubbliche senza aumentare eccessivamente i costi per la popolazione.

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