Bollette elettriche in rialzo

Bollette elettriche in rialzo: +29% per le famiglie, cosa sta succedendo

Negli ultimi mesi del 2025, le bollette elettriche delle famiglie italiane hanno subito un rincaro significativo, con un aumento stimato pari al 29% rispetto all’anno precedente. A giugno, i prezzi all’ingrosso dell’energia sono tornati a salire, influenzando direttamente le tariffe applicate ai consumatori. Le analisi di Nomisma Energia confermano un calo solo temporaneo nella primavera, seguito da una ripresa sostenuta della domanda e da tensioni sul mercato globale di gas. Quali sono i fattori che determinano questo incremento, le ripercussioni sulle famiglie e le possibili strategie per gestire meglio l’aumento?

Perché i prezzi all’ingrosso stanno risalendo

A giugno 2025 si è registrata una nuova impennata dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità, un trend già rilevato dopo una tregua primaverile. Tale dinamica è strettamente collegata all’aumento dei costi del gas naturale, utilizzato ancora in larga parte per la produzione di energia in Italia. Le tensioni geopolitiche e la riduzione delle importazioni di Gnl dalla Russia hanno innalzato le quotazioni del gas, provocando un rialzo anche del prezzo dell’elettricità venduta in borsa. Contestualmente, la crescente domanda interna legata all’accensione dei condizionatori durante l’estate ha ulteriormente spinto verso l’alto i prezzi all’ingrosso.

Nomisma Energia ha stimato che questo aumento delle quotazioni porterà a un incremento del 29% della spesa elettrica per le famiglie nel 2025 rispetto al 2024. L’effetto combinato tra incremento del prezzo della materia prima e maggiore utilizzo estivo contribuisce a definire un quadro di costi in crescita, che mette al centro la necessità di monitorare l’andamento del PUN (Prezzo Unico Nazionale) e del nuovo PUN Index GME, indice di riferimento per le offerte indicizzate.

In aggiunta al prezzo della materia prima, i costi del system capacity e della distribuzione, necessari per garantire l’equilibrio della rete nei momenti di picco estivo, hanno inciso anch’essi nel terzo trimestre, determinando un aggravio delle bollette, come evidenziato dalle rilevazioni trimestrali di ARERA e Nomisma Energia.

L’impatto sulle famiglie italiane

Secondo le stime di Nomisma Energia, una famiglia tipo — con un consumo annuo di 2 700 kWh — vedrà la propria bolletta aumentare di circa 186 € nel corso del 2025, arrivando a una spesa totale stimata attorno agli 836 € annui. Il prezzo per kWh passerà da circa 24 centesimi nel 2024 a circa 31 centesimi nel 2025, con una ripercussione sensibile sul budget familiare già messo a dura prova.

Per i clienti in maggior tutela, circa 3 milioni di famiglie, ARERA ha comunicato un aumento dell’1,9% per il terzo trimestre del 2025 legato proprio all’aggravarsi del costo all’ingrosso e agli oneri di sistema. Nel complesso, il sistema tariffario italiano per le utenze domestiche sta drammaticamente risentendo degli andamenti internazionali legati al gas e delle dinamiche di mercato.

Per chi si trova nel mercato libero, l’impatto può essere ancora più marcato, soprattutto se la tariffa è indicizzata. In questi casi, senza coperture a prezzo fisso, l’ondata rialzista dell’elettricità in borsa si riflette integralmente sulle bollette, rendendo i costi altamente volatili e direttamente collegati al PUN GME. Si tratta della media ponderata dei prezzi dell’energia elettrica nelle diverse aree del Paese, calcolata tenendo conto sia dei volumi di energia effettivamente scambiati sia delle differenti fasce orarie di consumo.

Differenze tra mercato tutelato e mercato libero

Il mercato tutelato, ancora fruibile per utenti vulnerabili, si basa su tariffe trimestrali approvate da ARERA, che includono il prezzo della materia prima energetica e gli oneri di sistema. L’aumento del 1,9% riguarda principalmente questa componente e riflette l’impatto dei prezzi all’ingrosso e dei costi di dispacciamento.

Nel mercato libero, invece, le offerte si suddividono tra prezzo fisso e prezzo indicizzato. Le offerte a prezzo fisso proteggono dai rialzi, garantendo una maggiore stabilità, mentre quelle indicizzate seguono l’andamento del PUN GME, quindi sono maggiormente esposte ai picchi di giugno e successivi.

La scelta tra tutela e libero serve quindi a definire una strategia: chi preferisce la certezza del costo puntuale opterà per offerte fisse, mentre chi crede in riduzioni future potrà scegliere l’indicizzato, accettando un margine di rischio legato alle variabili del mercato all’ingrosso.

Cosa possiamo aspettarci e come prepararsi

Le previsioni degli analisti segnalano che i prezzi all’ingrosso potrebbero mantenersi elevati nei mesi estivi, fino a un eventuale raffreddamento nei trimestri successivi. Il nuovo PUN Index GME mostra attualmente un livello medio di 0,111 €/kWh per giugno 2025, con una crescita del 19% rispetto a maggio, preliminare riflesso delle tensioni in corso.

Qualora la quotazione del gas restasse su livelli sostenuti, il prezzo della materia energia non dovrebbe diminuire sensibilmente prima della fine dell’anno. Gli esperti ragionevolmente indicano che eventuali cali saranno graduali, e legati a fattori geopolitici o a variazioni della domanda globale.

Le famiglie possono adottare alcune precauzioni per attenuare l’impatto delle bollette. Oltre alla scelta tra prezzo fisso o indicizzato, è utile valutare interventi di efficienza energetica domestica, come la sostituzione di elettrodomestici con altri a ridotto consumo, interventi di isolamento termico o l’installazione di pannelli solari. Ciascuna di queste misure può contribuire a contenere i costi e a rendere meno sensibili le utenze ai rialzi futuri. Un altro elemento da considerare è il confronto offerta tramite il Portale ARERA delle Offerte: verificare le nuove proposte commerciali può consentire di accedere a formule più vantaggiose, specie in assenza di fiducia verso la stabilità nel medio termine.

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