Le ortensie rappresentano una delle piante ornamentali più apprezzate nei giardini per la loro fioritura generosa, il fogliame decorativo e la versatilità di impiego, sia in terra che in vaso. Per ottenere una fioritura intensa e duratura, è essenziale adottare tecniche colturali adeguate, comprendere le esigenze della pianta e intervenire con accorgimenti mirati. Ecco allora come prendersi cura delle ortensie, illustrando gli aspetti del terreno, l’irrigazione, la potatura e la gestione delle malattie, con l’obiettivo di ottenere una fioritura rigogliosa e prolungata.
Scelta del terreno e del luogo adatto
La prima fase per garantire una crescita sana e una fioritura abbondante delle ortensie è la scelta del luogo e del substrato adatti. Le ortensie prediligono un terreno ben drenato, che mantenga un certo grado di leggerezza, ricco di sostanza organica. In terreni eccessivamente compatti o argillosi, è consigliabile aggiungere compost, foglie decomposte o torba acida, rendendo il suolo più fertile e ben drenato. È importante evitare ristagni idrici, per prevenire marciumi radicali, mentre nei suoli troppo sabbiosi occorre incrementare la capacità di ritenzione idrica.
La posizione ideale per piantare le ortensie prevede un’esposizione all’ombra leggera o alla luce del mattino, evitando il sole diretto e intenso del pomeriggio, in grado di stressare le foglie e i fiori. Nelle regioni calde, l’ombra pomeridiana protegge la pianta dal caldo eccessivo, mentre nelle zone più fresche è possibile concedere maggiore esposizione, purché con drenaggio adeguato.
Il pH del terreno gioca un ruolo determinante nel colore dei fiori, specialmente per le varietà come Hydrangea macrophylla, in grado di produrre tonalità blu in suoli acidi e rosa in suoli neutri o basici: un pH tra 4,5 e 6,5 è l’ideale per massimizzare la pigmentazione azzurra, grazie alla disponibilità di alluminio. Per le varietà bianche questo aspetto non incide, ma rimane importante curare il pH per la salute generale della pianta.
Tecniche di irrigazione e concimazione
Un’irrigazione regolare rappresenta un punto chiave per una fioritura abbondante. Le ortensie richiedono suoli costantemente umidi ma non saturi: una regola efficace è irrigare quando il primo centimetro di suolo risulta asciutto, in genere una o due volte alla settimana, con innaffiature profonde alla base della pianta per favorire l’irrigazione delle radici e prevenire stress idrico. È preferibile evitare le innaffiature a pioggia sulla vegetazione, poiché favorirebbero malattie fungine, e prediligere sistemi di irrigazione a goccia o tubi permeabili.
La pacciamatura intorno alla pianta, con materiale organico come corteccia, foglie secche o paglia, aiuta a mantenere l’umidità e mitigare le escursioni termiche del suolo, migliorando la fertilità e riducendo la crescita delle infestanti. Durante l’inverno, la pacciamatura svolge anche un’importante funzione protettiva contro il freddo.
La concimazione deve avvenire in modo equilibrato. Solitamente si utilizza un concime bilanciato, come 10‑10‑10 o 12‑4‑8, da distribuire in primavera e inizio estate intorno al colletto della pianta e leggermente interrato per favorire l’assorbimento. Si evita un eccesso di azoto, fonte di crescita fogliare eccessiva a discapito dei fiori. Nelle ortensie adatte a fioriture blu, è preferibile applicare un prodotto povero di fosfati, per non impedire l’assorbimento dell’alluminio.
Potatura e gestione della fioritura
La potatura è una pratica fondamentale che influisce direttamente sulla forma della pianta e sulle possibilità di fioritura. Le varietà di ortensie possono essere classificate in base ai rami su cui fioriscono: le macrophylla e simili producono fiori sul legno vecchio, mentre le paniculatae e arborescens fioriscono sui rami nuovi.
Per le ortensie che fioriscono sul legno vecchio, la potatura va eseguita subito dopo la fine della fioritura, evitando interventi in inverno o primavera che comprometterebbero la fioritura successiva. In questa fase si eliminano i fiori appassiti e i rami danneggiati fino al primo nodo sano. Le varietà che fioriscono sul legno nuovo possono essere potate in tardo inverno o inizio primavera, accorciando i rami per stimolare la produzione di nuovi getti fioriferi.
La rimozione dei fiori appassiti non è strettamente necessaria per favorire nuova fioritura, ma contribuisce all’estetica della pianta e impedisce la formazione di semi, reindirizzando energia verso nuove gemme. Se si desiderano boccioli per l’anno successivo, è fondamentale rispettare i tempi e le modalità specifiche per ogni varietà.
Prevenzione e cura di parassiti e malattie
Come molte piante ornamentali, le ortensie possono essere attaccate da patogeni fungini, tra cui macchie fogliari, muffe e marciumi, aggravati da irrigazioni fogliari e ristagni idrici. Per prevenire il contagio è sempre preferibile irrigare il terreno alla base, garantire una buona aerazione tra le piante e rimuovere foglie infette non appena compaiono.
In presenza di sintomi diffusi come macchie scure, ingiallimenti o marciume, può essere opportuno ricorrere a fungicidi selettivi, integrati da interventi preventivi, quali rimozione dei residui vegetali e arieggiamento del terreno. Anche l’uso di cultivar resistenti e ben adattate al clima locale contribuisce a ridurre le problematiche.
Calore e siccità eccessivi, soprattutto in estate, possono provocare avvizzimenti. In questi casi occorre intervenire con irrigazioni mirate, controllare il livello di pacciamatura e, dove possibile, fornire protezione pomeridiana all’ombra. Un’irrigazione poco profonda e troppo frequente può ostacolare lo sviluppo corretto delle radici e aumentare il rischio di marciumi.