Nei primi giorni di luglio 2025 la città di Milano è stata colpita da un grave focolaio di legionella. Il batterio è stato rilevato nel sistema idrico di un complesso di edilizia popolare in via Rizzoli, nel quartiere Crescenzago, dove si contano sei casi confermati, di cui uno ha avuto esito fatale e quattro persone risultano tuttora ricoverate. Le autorità sanitarie hanno attivato protocolli urgenti per frenare la diffusione, ma la situazione ha sollevato preoccupazione tra i residenti. Comprendere l’origine dell’epidemia, le misure adottate e i rischi futuri è fondamentale per valutare l’evoluzione del problema e tutelare la salute pubblica.
I dati sul focolaio di legionella a Milano
Secondo ATS Città Metropolitana di Milano, i casi confermati nel complesso Erp di via Rizzoli sono sei, con pazienti residenti nella fascia di età tra i 70 e i 90 anni; un ottantunenne è deceduto dopo il ricovero al San Raffaele, mentre gli altri quattro restano sotto osservazione in ospedale. La legionella si trasmette tramite inalazione di microgocce d’acqua, presenti negli impianti sanitari, e provoca sintomi simili alla polmonite.
Tra gli inquilini serpeggia preoccupazione: alcuni hanno riferito di sentirsi “in un inferno”, con l’acqua calda sospesa e l’ansia per le analisi ancora in corso. Le autorità hanno messo in campo misure immediate per contenere i danni e rassicurare i cittadini, ma l’emergenza ha avuto un impatto emotivo e logistico significativo per le famiglie interessate.
Le analisi dell’acqua inviate da MM Spa, la società che gestisce le case popolari, sono in corso, mentre ATS ha attivato una pagina informativa online per aggiornare i cittadini in tempo reale. MM Spa ha prontamente sospeso la distribuzione di acqua calda nelle abitazioni del condominio come misura precauzionale, invitando a far scorrere l’acqua fredda per almeno cinque minuti prima dell’uso. Contestualmente, è stata eseguita la disinfezione dell’impianto con cloro o trattamento termico.
Che cos’è la legionella e i rischi associati
La legionella è un batterio appartenente al genere Legionella, responsabile di un’infezione conosciuta come legionellosi, che può presentarsi in forma lieve, simile a una febbre, o in forma più grave, con una polmonite potenzialmente letale. La legionella è naturalmente presente in ambienti acquatici naturali, ma può diventare pericolosa quando prolifera negli impianti idrici artificiali come le reti idriche condominiali, gli impianti di climatizzazione e raffreddamento ad acqua, docce, rubinetti, serbatoi, boiler e piscine.
Il batterio si sviluppa e si moltiplica soprattutto tra i 25°C e i 55°C, in presenza di incrostazioni, biofilm o ristagni d’acqua. Le linee guida del Ministero della Salute prevedono controlli regolari e trattamenti antilegionella tramite metodo termico o con cloro o biossido di cloro. Le analisi periodiche di impianti residenziali pubblici sono obbligatorie per legge. Ma il rischio aumenta soprattutto nelle strutture con impianti vetusti, depositi di calcare o tubazioni cieche che favoriscono la proliferazione.
La legionella si trasmette per via respiratoria, tramite l’inalazione di microgocce d’acqua o aerosol contaminati, come quelli prodotti da docce, rubinetti o impianti di climatizzazione. Non si trasmette da persona a persona e non si contrae bevendo acqua. Le persone più esposte al rischio sono anziani, fumatori, soggetti immunodepressi, pazienti con malattie respiratorie croniche
Le infezioni da legionella si presentano principalmente in due forme. La cosiddetta “malattia del legionario” è una polmonite grave che può essere letale se non trattata, con sintomi come febbre alta, tosse, difficoltà respiratorie, dolori muscolari e stanchezza. La febbre di Pontiac è invece una forma più lieve e simile a un’influenza, senza coinvolgimento dei polmoni.
Come proteggersi e cosa fare a casa
La legionella non si trasmette tra persone, ma solo per inalazione di aerosol da acqua contaminata. Per questo motivo, le autorità invitano a non utilizzare l’acqua calda fino a nuovo esito negativo, ad aprire i rubinetti e a verificare la pulizia regolare dei serbatoi e rubinetti.
A livello domestico, è consigliato far scorrere acqua calda quotidianamente, mantenere la temperatura dell’acqua sopra i 55 gradi e pulire docce e soffioni. In edifici condominiali, è necessario che l’amministrazione organizzi controlli periodici e disinfezioni con tecnici specializzati.
Infine, chi manifesta sintomi come febbre, tosse persistente o difficoltà respiratoria deve rivolgersi immediatamente al medico, denunciando la possibile esposizione a vapori d’acqua da impianti sospetti. Una diagnosi tempestiva consente di iniziare cure antibiotiche efficaci e contenere la mortalità.