Meduse a luglio

Meduse a luglio: dove sono segnalate e come proteggersi in mare

Con l’arrivo del mese di luglio, molte località marine italiane rilevano un aumento delle segnalazioni di presenze di meduse lungo le coste. Questi organismi, seppur affascinanti da osservare, possono rappresentare un pericolo per i bagnanti. Ecco dove aspettarsi le meduse a luglio, le aree costiere più colpite, le tipologie di meduse che si possono incontrare e i comportamenti corretti da adottare in acqua e in spiaggia per evitarle.

Zone e tipi di meduse segnalate

Durante le prime settimane di luglio, le coste dell’Alto Adriatico, in particolare tra Veneto e Friuli‑Venezia Giulia, di solito registrano un incremento significativo della presenza di meduse, soprattutto specie del genere Pelagia e Rhizostoma. Le acque calde e le correnti favoriscono la loro comparsa, rendendole più evidenti vicino alla riva. Analoghe segnalazioni arrivano dalla costa toscana, soprattutto nelle insenature chiuse dal vento di scirocco, che favorisce l’accumulo delle meduse in fasce costiere ristrette.

Anche le coste della Campania e della Sicilia occidentale documentato ogni estate la presenza di meduse, in particolare piccole polimi pelaghi, visibili a occhio nudo. Questi organismi appaiono più trasparenti rispetto alle meduse più grandi e talvolta possono passare inosservati, aumentando il rischio di contatto involontario. Le zone con segnalazioni frequenti coincidono con aree a elevata frequentazione turistica, dove la grande presenza di bagnanti in mare può rendere più difficile monitorarne la presenza in tempo reale.

Sul mar Ligure e in Sardegna le presenze sono meno intense ma costanti. In alcune zone come Golfo Aranci si segnala di solito una media di una o due meduse ogni cento metri di costa. Le autorità locali attivano un servizio di segnalazioni ufficiali tramite app e cartellonistica, invitando i bagnanti a dare comunicazione di ulteriori avvistamenti per monitorare l’andamento stagionale.

Rischi per i bagnanti e tipi di punture

Le meduse del genere Pelagia e Rhizostoma possono provocare irritazioni cutanee più o meno intense, spesso accompagnate da rossore, bruciore e, in alcuni casi, da una sensazione di intorpidimento. Sebbene le punture raramente siano gravi, possono causare fastidi anche persistenti per alcune ore o giorni, soprattutto se la zona colpita è estesa o sensibile. Le meduse viola possono causare sintomi più marcati, richiedendo l’intervento di personale sanitario in caso di manifestazioni forti come reazioni allergiche.

Le meduse più piccole, pur dotate di sifonofori urticanti, tendono a provocare spiacevoli sensazioni cutanee ma raramente rappresentano un pericolo serio. In generale, le aree più a rischio restano le spalle, le cosce e i polpacci dei bagnanti, parti del corpo frequentemente a contatto con l’acqua poco profonda dove le meduse possono essere trasportate dalle correnti e dal moto ondoso.

In alcuni casi rarissimi, può verificarsi una reazione allergica generalizzata, con sintomi quali difficoltà respiratorie, gonfiore o nausea. In presenza di tali sintomi è sempre opportuno allontanarsi dall’acqua e chiedere assistenza medica, preferibilmente in uno stabilimento con bagnino qualificato o presso un presidio sanitario marittimo.

Cosa fare in acqua in caso di contatto

Se si entra in contatto con una medusa, il primo passo è allontanarsi dalla schiuma o dai frammenti galleggianti per evitare ulteriori punture. Occorre poi rimuovere con delicatezza eventuali tentacoli visibili, usando oggetti rigidi come una tessera o un guanto, evitando di strofinare o grattare la pelle. È importante non utilizzare acqua dolce o alcool, in quanto questi possono stimolare le nematocisti residue a rilasciare ulteriore veleno, aggravando la reazione.

Il trattamento più indicato consiste nell’applicazione di acqua di mare pulita ed eventualmente di arnica o pomate emollienti disponibili in farmacia. In caso di dolore intenso è consigliabile assumere farmaci analgesici di base, come paracetamolo o ibuprofene, solo dopo aver verificato la compatibilità. In caso di reazione allergica o gonfiore persistente, è fondamentale rivolgersi immediatamente a personale medico specializzato.

Chi frequenta zone generalmente colpite da meduse dovrebbe portare sempre con sé una lozione dopopuntura e un kit base: una spatola rigida, una soluzione salina, un disinfettante e un antistaminico locale possono fare la differenza nel primo intervento.

Prevenzione e consigli in spiaggia

Per ridurre il rischio di puntura è consigliabile informarsi sulle segnalazioni ufficiali del bagno, tramite bandiere o app disponibili sui canali regionali dedicati alla balneazione. Non entrare in acqua se è esposta la bandiera gialla o viola, indicativa della presenza di meduse. È utile anche indossare costumi coprenti in lycra o tute da snorkeling, che proteggono da punture superficiali, soprattutto nei tratti a contatto con le correnti e zone rocciose.

È raccomandato mantenere sempre monitorate le caratteristiche del mare circostante, evitando zone in cui l’acqua è torbida, poiché le meduse possono risultare meno visibili e avvicinarsi inavvertitamente. Un comportamento prudente consiste nel bagnarsi gradualmente, osservando l’acqua prima di immergersi completamente, e limitare le situazioni di gioco intenso e tuffi.

Infine, è utile visitare il programma di pulizie e la segnaletica della spiaggia: alcuni stabilimenti adottano retine antimedusa o piani di raccolta, altri invece fanno affidamento sulla collaborazione tra bagnini e turisti. Informarsi su tali pratiche aiuta a evitare luoghi non protetti e a orientarsi verso coste più sicure nel periodo di picco meduse.

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