Le zanzare rappresentano una delle specie più diffuse e fastidiose per il disagio che arrecano, ma soprattutto per il loro ruolo nella trasmissione di malattie. Questi piccoli insetti ematofagi, infatti, sono responsabili della diffusione di numerose patologie, tra cui malaria, dengue, virus Zika e febbre del Nilo occidentale. La loro capacità di adattarsi a contesti ambientali diversi e di nutrirsi del sangue di numerosi ospiti ha reso il controllo delle popolazioni di zanzare un problema notevole per le autorità sanitarie a livello globale. Da tempo è noto che non tutte le zanzare si nutrono indistintamente di qualsiasi essere vivente. Alcune specie prediligono il sangue umano, altre quello animale, altre ancora mostrano una dieta più flessibile. Questa distinzione, apparentemente secondaria, ha in realtà implicazioni fondamentali nella prevenzione delle malattie. Recenti studi internazionali hanno permesso di approfondire con maggiore precisione questa dinamica, grazie all’utilizzo di tecnologie di analisi avanzate e alla raccolta di migliaia di dati provenienti da tutto il mondo.
Quale sangue attira davvero le zanzare? Il nuovo studio
Una recente ricerca pubblicata su Global Ecology and Biogeography ha raccolto oltre 15.600 dati relativi ai pasti di sangue di zanzare in tutto il mondo. Il progetto, guidato dall’Università di Swansea, ha utilizzato sofisticate tecniche molecolari di analisi del DNA per identificare con precisione le specie ospiti.
Questo approccio ha consentito di elaborare una mappa molto dettagliata delle preferenze ematiche delle principali zanzare ematofaghe. Lo studio mostra chiaramente che non esiste un solo “menu ideale” per questi insetti, quanto piuttosto una scelta variabile in funzione del contesto geografico e ambientale. Questa conoscenza rappresenta un passo avanti rilevante per la comprensione delle dinamiche di trasmissione delle malattie vettore‑trasmesse.
Le differenze tra le specie di zanzara
La ricerca ha evidenziato differenze notevoli tra i generi principali. Le zanzare del genere Culex, tra cui la zanzara comune, presentano una dieta polifaga supportata dalla capacità di nutrirsi tra 179 e 321 specie diverse. Le Aedes, comprendenti la zanzara tigre, appaiono più selettive: si nutrono di 26–65 specie.
Le Anopheles, vettori della malaria, mostrano una dieta ancora più ristretta, prediligendo tra 7 e 29 specie. Queste differenze riflettono adattamenti evolutivi e comportamentali, che a loro volta influenzano il rischio di trasmissione di patogeni tra popolazioni diverse. Tale variabilità impedisce semplicistiche categorizzazioni delle zanzare come “umano‑centrate” o “animale‑centrate”.
Preferenze alimentari tra uomo e animale
Lo studio ha chiarito che alcune zanzare manifestano una concreta preferenza per l’uomo, mentre altre sono più generaliste. Le specie appartenenti ai generi Aedes e Anopheles mostrano una tendenza netta ad attaccare gli esseri umani, sia in laboratorio che sul campo.
Al contrario, molte Culex prediligono animali come uccelli e mammiferi, pur talvolta nutrendosi di sangue umano, specie in contesti in cui le presenze umane e animali si sovrappongono. Questo comportamento suggerisce che fattori ambientali, come densità del bestiame e condizioni climatiche, ve ne influenzano la dieta e in ultima analisi il loro potenziale vettore di malattie.
Implicazioni per salute pubblica e prevenzione
Le nuove evidenze sono di grande importanza per la sanità pubblica. Il fatto che le zanzare siano capaci di modificare le loro abitudini alimentari in risposta a elementi ambientali richiede un ripensamento nella gestione dei vettori. Strategie di intervento più efficaci dovranno basarsi su una sorveglianza mirata, che consideri la molteplicità di ospiti e le variazioni geografiche nel comportamento delle zanzare. Inoltre, i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione modificano i luoghi di nidificazione e alimentazione, il che richiede un approccio integrato per prevenire la diffusione di malattie come dengue o malaria.
Dunque, le nuove scoperte offrono un quadro più articolato delle abitudini alimentari delle zanzare, evidenziando non solo le preferenze di alcune specie, ma anche la variabilità legata a fattori geografici, ambientali e climatici. Questa conoscenza non si limita a un interesse scientifico, ma si traduce in un contributo concreto alla pianificazione di strategie di controllo più mirate ed efficaci, nell’ottica di ridurre l’esposizione umana alle punture e di contenere la diffusione di malattie trasmesse da questi insetti.